Progetto “SicurA” – U.O. Bari

N.B.: Le informazioni di seguito riportate si riferiscono all’epoca di realizzazione del progetto.

Descrizione

La Sezione Meccanica del Dipartimento Pro.Ge.SA. dell’Università degli Studi di Bari si è occupata di tematiche di ricerca inerenti la Filiera Olivicola sin dalla fine degli anni ’60 ed è in funzione di questa lunga esperienza che l’Unità Operativa di Bari, nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerca MURST 40% “Produrre in sicurezza nelle filiere agroalimentari e forestali”, ha approfondito una ricerca dal titolo: “Lavorare in sicurezza nella filiera olearia”, sotto il coordinamento del responsabile scientifico Prof. Ing. Vittorio PANARO.

Breve descrizione della struttura di appartenenza

Il Dipartimento di Progettazione e Gestione dei Sistemi Agro-Zootecnici e Forestali (Pro.Ge.SA.) dell’ Università degli Studi di Bari, comprende, a partire dal 2000, anche il già Istituto di Meccanica Agraria della Facoltà di Agraria della suddetta Università.

Tale Dipartimento si articola in sei Sezioni che sono articolazioni funzionali dello stesso Dipartimento e sono interconnesse per esigenze di organizzazione della ricerca.

Le Sezioni del Dipartimento sono:

Costruzioni Rurali ed Idraulica Agraria;

Estimo e Pianificazione Rurale;

Industrie Agro-Alimentari;

Scienze Zootecniche;

Sistemazioni Idraulico Forestali;

Meccanica Agraria

L’attività didattica e di ricerca della Sezione Meccanica si è diversificata in questi ultimi anni comprendendo oltre la Meccanica Agraria propriamente detta anche la Meccanizzazione Agricola, le Macchine e gli Impianti per le Industrie Agro-Alimentari e per il trattamento dei sottoprodotti e dei reflui, le Macchine e gli Impianti per le operazioni Post-Raccolta, la Meccanizzazione ed Utilizzazioni Forestali, la Tecnologia del Legno ed Industrie del Legno e Derivati.

La struttura della Sezione si estende su circa 1000 m2 comprendenti uffici e laboratori nella sede di Bari alla Via Amendola 165/a nonché per altri 200 m2 comprendenti uffici, rimessaggio macchine oltre a campi sperimentali nella sede distaccata di Valenzano (BA) distante circa 12 km dalla sede principale.

Linee di ricerca della U.O.

Le principali linee di ricerca sviluppate sono le seguenti.

LA SICUREZZA ATTIVA NELL’AMBITO DELLA FILIERA OLIVICOLA

Responsabile: Prof. Vittorio PANARO

Aderenti: Prof. Emanuele DI CANDIA

Ing. Francesco SANTORO

Lo studio ha approfondito le soluzioni tecniche ed organizzative che consentiranno di elevare gli standard di sicurezza dei lavoratori della filiera olivicola, fornendo ulteriori indicazioni sulla progettazione degli opifici e del layout delle macchine.

LAVORARE IN SICUREZZA NELLA FILIERA OLIVICOLA

Responsabile: Prof. Vittorio PANARO

Aderenti: Prof. Emanuele DI CANDIA

Prof. Carlo MONGELLI

La ricerca ha esaminato i problemi legati alla sicurezza dei lavoratori nella filiera olivicola con particolare riguardo alla esposizione a rumori, vibrazioni e microclimi.

LA FILIERA OLIVICOLA: SICUREZZA ED IGIENE SUL LAVORO

Responsabile: Ing. Francesco SANTORO

Lo studio si occupa di valutare parametri oggettivamente validi per definire i livelli di rischio sul lavoro degli operatori della filiera olivicola e di proporre soluzione per diminuire il rischio di incidenti.

MECCANIZZAZIONE DELLA RACCOLTA DELLE OLIVE E VALUTAZIONE DELL’INTEGRITÀ DEL PRODOTTO

Responsabile: Prof. Francesco BELLOMO

Aderenti: Prof. Vittorio PANARO

Ing. Francesco SANTORO

La ricerca intende valutare nel prossimo futuro i possibili sviluppi che potrebbero esserci facendo riferimento ad una macchina vendemmiatrice scavallatrice opportunamente modificata per la raccolta di olive da impiegare su una coltivazione superintensiva di piante giovani già in allestimento. Inoltre si intendono approfondire i rischi emergenti connessi all’impiego delle macchine collegate alle lavorazioni della coltura olivicola e successiva trasformazione post-raccolta.

Obiettivi dell’U.O.

Negli ultimi anni si è avuto un cospicuo incremento della produttività agricola dovuto anche ad un rilevante sviluppo della meccanizzazione che, per altro verso, ha comportato un aumento della probabilità di incidenti sul lavoro nell’intero settore agricolo. Lo stesso trattore, mezzo per antonomasia fra le macchine agricole, risulta essere un agente di infortunio per numerosi incidenti gravi e talora mortali, soprattutto con riferimento alle possibili perdite di stabilità nonché alle malattie professionali che possono colpire gli operatori a seguito di uso prolungato (ptosi gastrica, artrosi, ipoacusia, ecc.).

Come avviene per altri comparti industriali, anche quello agrario richiede, quindi, una considerevole attenzione per quel che riguarda gli aspetti inerenti alla prevenzione degli infortuni e alle malattie professionali cui vanno incontro gli addetti.

I riferimenti legislativi e normativi, italiani ed internazionali, riguardanti la sicurezza in agricoltura risultano numerosi; pur tuttavia la gran quantità e la complessità multiforme delle lavorazioni che avvengono nel corso delle fasi colturali, della raccolta e successivamente durante la trasformazione dei prodotti agricoli, richiedono una continua attenzione e studio approfondito di queste tematiche da parte degli Istituti di ricerca e degli Enti preposti al controllo, alla prevenzione ed alla sicurezza dei lavoratori.

E’ bene ricordare, in proposito, che in passato era poco avvertita l’importanza di prendere in considerazione o approfondire gli aspetti ergonomici o di prevenzione del rischio correlati alla progettazione e all’utilizzo delle macchine agricole mentre, e solo da qualche decennio, man mano che si è sviluppata la meccanizzazione si è percepita la necessità di analizzare le diverse problematiche collegate al rischio di infortuni, all’affaticamento degli operatori ed alla insorgenza di malattie professionali. Va altresì ricordato che ancora oggi determinate operazioni (potatura, trattamenti antiparassitari, raccolta, diradamenti, cernita dei prodotti, etc.) richiedono l’intervento diretto dell’uomo, che risulta perciò sottoposto a specifici fattori di rischio.

Lo studio condotto dall’ Unità Operativa di Bari va inserito in un contesto geografico, quale è quello della Puglia, in cui la filiera olivicola rappresenta uno dei settori agricoli più importanti, a livello economico e di immagine, e come tale, non può prescindere da uno degli obiettivi fondamentali delle moderne produzioni meccanizzate ovvero la sicurezza sul lavoro.

Va precisato che tale settore sta attraversando uno stato di crisi, dovuto in primo luogo agli elevati costi della potatura e della raccolta; questo aspetto ha portato, negli ultimi anni, ad una contrazione, talora, delle superfici messe a coltura o, come accade in alcune zone, l’olivo è passato da un ruolo produttivo ad un ruolo paesaggistico. Ciononostante la Puglia risulta essere ancora la Regione in cui si ha la maggiore produzione di olive e di olio in Italia, pari al 36% sul totale nazionale (INEA 1999).

In Puglia la mappa dell’“oro verde” vede la presenza di circa 250000 aziende olivicole con circa 40 milioni di piante, una produzione di circa 250000 t/anno di olio ed un numero di frantoi prossimo alle 1200 unità.

Attività svolta nell’ambito del progetto SicurA

Nell’ambito del Progetto SicurA, l’U.O. di Bari si è occupata dell’ analisi dei rischi legati alle attività di campo e alle fasi operative tipiche dell’estrazione olearia.

Per la fase di acquisizione dati le fonti principali sono stati l’INAIL, le ASL delle Province di Bari e Lecce, i Comandi di Pubblica Sicurezza (Carabinieri e Polizia Municipale) dei principali Comuni delle Province di Bari, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto.

Il lavoro effettuato ha consentito di individuare, tra gli innumerevoli infortuni denunciati, quelli relativi ai soli lavoratori del settore olivicolo analizzando per ognuno di essi la tipologia di infortunio, la sede e la forma di accadimento oltre che la prognosi di guarigione.

Si è proceduto ad una elaborazione ed analisi statistica dei dati raccolti al fine di evidenziare particolari anomalie nelle modalità di esecuzione delle operazioni connesse allo svolgimento delle singole fasi della filiera e/o eventuali carenze nel sistema di prevenzione degli infortuni.

Sulla base delle elaborazioni dei dati acquisiti e dell’osservazione delle differenti operazioni della filiera olivicola sono state preparate numerose schede che, individuando i rischi preminenti nelle differenti fasi produttive, propongono strumenti correttivi da adottare allo scopo di limitare il rischio di infortunio.

Al termine di questa prima fase di studio, sulla base dei sopralluoghi effettuati e sulla conseguente analisi volta alla individuazione dei rischi preminenti per la salute e la sicurezza degli operatori, si è provveduto ad organizzare una serie di rilievi strumentali mirati alla determinazione dei livelli di esposizione degli operatori al rumore, alle vibrazioni ed ai microclimi potenzialmente avversi.

Le prove di campo sono avvenute presso un’azienda olivicola, situata in agro di Bitonto (BA), abbastanza rappresentativa, sia dal punto di vista dell’estensione sia del cultivar (“Ogliarola”), delle aziende olivicole del Nord barese ed hanno riguardato misure di rumore e vibrazioni emesse durante la fase di scuotitura.

È stata considerata una macchina scuotitrice semovente a quattro ruote motrici, costituita essenzialmente da un carro motorizzato e da una testata vibrante multidirezionale oltre che uno scuotitore unidirezionale di piccole dimensioni portato a spalla dall’operatore e direzionato dallo stesso, utilizzato prevalentemente ove l’intervento della macchina scuotitrice semovente diventa anti-economico o ne viene impedito l’impiego a causa delle ridotte dimensioni aziendali, di sesti di impianto non idonei e/o per l’accidentalità dei percorsi.

Le prove inerenti gli ambienti chiusi come i frantoi, invece, hanno interessato cinque frantoi tradizionali (ciclo discontinuo) e quattro frantoi di più moderna concezione (ciclo continuo) e sono consistite nel determinare i rumori e il microclima in prossimità delle singole macchine presenti negli opifici.

Sia per quanto concerne le misure di rumore effettuate durante l’impiego dei due tipi di scuotitori precedentemente accennati sia in riferimento alle misure di vibrazioni indotte dall’utilizzo dello scuotitore portatile nonché relativamente alle prove di rumore e microclimatiche in frantoio, le apparecchiature di misura utilizzate nonché le tecniche di rilievo sono state conformi alle Normative vigenti.

L’ indagine statistica mirata ad analizzare gli infortuni che si sono verificati in Puglia, negli ultimi anni, nella filiera olivicola consente di affermare che, relativamente alle operazioni di pieno campo il maggior numero di infortuni avvengono durante le operazioni di potatura e di abbacchiatura con scale ed utilizzo di pertiche.

Nelle operazioni di raccolta gli infortuni sono causati, talvolta, da una inadeguata preparazione professionale degli addetti; le suddette operazioni, infatti, spesso vengono realizzate con macchine tecnologicamente via via più avanzate e non sempre gli operatori vengono adeguatamente addestrati al loro utilizzo.

Nei frantoi, invece, i casi di infortunio più frequenti sono risultati essere correlabili alla movimentazione dei carichi ed alla manutenzione delle macchine.

Con riferimento ai rischi da vibrazioni, considerata la natura avventizia dei lavoratori impiegati in questo settore produttivo che generalmente utilizzano lo scuotitore portatile oggetto delle misurazioni, i valori ottenuti sono da considerarsi entrambi al di sotto del valore fissato perché si verifichi il 10% di probabilità di occorrenza della sindrome di Raynaud e, quindi, non destano particolare preoccupazione.

Relativamente ai livelli di rumorosità, i risultati delle prove sperimentali hanno messo in evidenza notevoli differenze tra le prove di campo e quelle in frantoio.

Per quanto riguarda i rilevi di rumorosità in ambiente chiuso, le prove realizzate all’interno dei frantoi esaminati hanno rivelato livelli equivalenti alquanto elevati, compresi tra 80 e 90 dB(A); i valori più bassi sono stati riscontrati nei frantoi a ciclo discontinuo, ovvero quelli aventi caratteristiche più tradizionali.

Il rilievo del microclima ha messo in evidenza una sostanziale sufficienza di gradimento da parte dei lavoratori; gli indici di confort calcolati confermano in linea di massima quanto dichiarato dai lavoratori intervistati, con situazioni di disagio soprattutto negli olivai dei frantoi generalmente, sono situati all’aperto.

In definitiva, le prove di campo non richiedono ulteriori approfondimenti; una più vasta sperimentazione sui livelli di rumorosità e sul microclima, invece, sarebbe auspicabile per quel che i riguarda i frantoi.

Con riferimento a questi ultimi, infatti, occorrerebbero maggiori indagini che consentano ai ricercatori del settore agroalimentare di fornire ulteriori indicazioni sui criteri progettuali inerenti alle strutture e ai layout di produzione, in modo che, pur conservando elevati standard qualitativi e quantitativi, si realizzino condizioni confortevoli per gli operatori.

Componenti dell’U.O.

PANARO VITTORIO                   Prof. ordinario

DI CANDIA EMANUELE           Prof. associato

PASCUZZI SIMONE                    Ricercatore

SANTORO FRANCESCO             Ricercatore

ANIFANTIS COSTANTINO      Funzionario tecnico

CINQUEPALMI GRAZIANA   Operatore tecnico

GELAO MASSIMILIANO          Collaboratore tecnico

MASTANDREA NICOLA           Funzionario tecnico

PARISI GIUSEPPE                      Funzionario tecnico


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